Trasferire un sito web

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Quando si parla di migrazione di un sito web ci si riferisce a tutte quelle attività tecniche da fare quando si decide ad esempio di riprogettare il sito o di cambiare CMS. Si tratta di un processo molto importante che serve a preservare tutti i posizionamenti ottenuti in SERP fino a quel momento e di conseguenza a evitare cali di traffico provenienti da motore di ricerca.
È bene ricordare che la migrazione di un sito web è un’attività molto delicata che richiede competenze specifiche, dunque sottovalutare i rischi di una migrazione può voler dire avere un grosso danno economico e d’immagine per la propria attività.

Tipi di migrazione

I motivi per i quali si decide di trasferire o riprogettare un sito web sono diversi, ad esempio:

  • cambio del protocollo, con il passaggio da HTTP a HTTPS;
  • trasferimento di CMS;
  • cambio del nome dominio;
  • cambio del dominio di primo livello, ad esempio si vuole passare da un dominio di primo livello nazionale a uno generico;
  • cambiamenti nella struttura del sito;
  • passaggio da multi-dominio a dominio singolo;
  • migrazioni di contenuti, ad esempio quando si decide eliminare o accorpare contenuti o categorie;

Periodo ideale per la migrazione di un sito web

In genere è consigliato fare la migrazione di un sito quando il suo traffico è fisiologicamente più basso, ad esempio per motivi di stagionalità, o comunque in periodi che non sono fondamentali per il business della propria attività (ad esempio nelle ore notturne).

Prima di una migrazione

Le attività da svolgere durante la pre-migrazione sono:

  • analisi SEO del vecchio sito in modo da individuare eventuali criticità e definire le specifiche tecniche per lo sviluppo del nuovo sito;
  • scaricare l’elenco dei link di ingresso;
  • preparare una mappatura di tutti gli URL;
  • reindirizzare ogni URL alla pagina corrispondente nel nuovo sito così da evitare errori 404 (pagina non trovata);
  • impostazione di una pagina personalizzata per l’errore 404;
  • generare una nuova Sitemap.xml;
  • generare il nuovo file Robots.txt;
  • fare un controllo SEO;
  • fare un tracciamento delle keyword;
  • acquisto di un certificato SSL nel caso in cui la migrazione riguardi il passaggio da http a https.

Migrazione

Conclusa la fase pre-migrazione si procede con la messa online del nuovo sito web:

  • attivare e verificare i reindirizzamenti;
  • controllare la correttezza delle informazioni su Google Search Console;
  • controllare e aggiornare i link in ingresso;
  • controllare i tracciamenti.

Post-migrazione

Quella del post-migrazione è una fase di controllo in cui verificare se tutte le attività svolte in precedenza siano state implementate correttamente:

  • controlli dei codici di monitoraggio;
  • eseguire un crawling del nuovo sito per individuare in modo rapido eventuali problemi;
  • controllare l’indicizzazione di ogni pagina del nuovo sito. Questo passaggio deve essere fatto dopo circa un mese dalla messa online del nuovo sito in quanto Google non indicizza immediatamente tutte le pagine web;
  • segnalare la sitemap del nuovo sito;
  • monitorare il traffico e il posizionamento per accertarsi che la migrazione stia avvenendo nel modo corretto.

Calo di visite post-migrazione

Una diminuzione di traffico subito dopo una migrazione può essere considerata fisiologica, infatti gli spider di Google hanno bisogno di un po’ di tempo per elaborare tutte le pagine e i contenuti di un nuovo sito.
In genere per un sito piccolo i primi risultati possono richiedere circa un mese, mentre per siti web di grandi dimensioni i tempi si allungano a circa 2 o 3 mesi.
Se dopo questo periodo il traffico continua a calare potrebbe essere stato fatto qualche errore in una delle fasi del processo di migrazione.

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